La domanda che gli artisti si sono posti è stata: qual è il problema della contemporaneità? Come si può registrare il maggior numero di informazioni in un momento in cui dei ricordi, a lungo andare, non resta che un ammasso di codici? Saremo in grado di decifrarli nel futuro?
La soluzione non esiste ma forse una causa potrebbe essere l’avere una quantità di spazio così ampia e il non saperlo gestire; la questione del controllo che abbiamo perso sulla quantità esorbitante di creazione dei dati.
La soluzione non esiste ma forse una causa potrebbe essere l’avere una quantità di spazio così ampia e il non saperlo gestire; la questione del controllo che abbiamo perso sulla quantità esorbitante di creazione dei dati.
FOLDER 01/02
Spazio Polaresco, Bergamo
Esposizione artistica
Square Studio
2017
Curated by: Clara Scola
Artists: Mattia Cesaria, Giulia Davì, Martina Dierico, Umberto Meroni, Anna Pezzoli, Giulia Tripoli, Pietro Vitali
In collaboration with:
Spazio Polaresco
Youth Policies Department of the Municipality of Bergamo
Spazio Polaresco, Bergamo
Esposizione artistica
Square Studio
2017
Curated by: Clara Scola
Artists: Mattia Cesaria, Giulia Davì, Martina Dierico, Umberto Meroni, Anna Pezzoli, Giulia Tripoli, Pietro Vitali
In collaboration with:
Spazio Polaresco
Youth Policies Department of the Municipality of Bergamo
“Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio. Tutti i tempi sono, per chi ne percepisce la contemporaneità, oscuri. Contemporaneo è colui che sa vedere questa oscurità, che è in grado di scrivere intingendo la penna nella tenebra del presente. Ma che significa “vedere una tenebra”, “percepire il buio”?"
È traendo spunto da questa affermazione di Agamben che prende forma folder_01 e folder_02, una mostra in 2 capitoli che indaga sull’essenza base della memoria e sulla sua cancellazione e la liberazione da quei dati e informazioni che costituiscono il magma liquido e immateriale nei nostri dispositivi digitali, la nostra nuova memoria immateriale dettata dal contemporaneo.
È traendo spunto da questa affermazione di Agamben che prende forma folder_01 e folder_02, una mostra in 2 capitoli che indaga sull’essenza base della memoria e sulla sua cancellazione e la liberazione da quei dati e informazioni che costituiscono il magma liquido e immateriale nei nostri dispositivi digitali, la nostra nuova memoria immateriale dettata dal contemporaneo.
La domanda che gli artisti si sono posti è stata: qual è il problema della contemporaneità? Come si può registrare il maggior numero di informazioni in un momento in cui dei ricordi, a lungo andare, non resta che un ammasso di codici? Saremo in grado di decifrarli nel futuro?
La soluzione non esiste ma forse una causa potrebbe essere l’avere una quantità di spazio così ampia e il non saperlo gestire; la questione del controllo che abbiamo perso sulla quantità esorbitante di creazione dei dati.
La soluzione non esiste ma forse una causa potrebbe essere l’avere una quantità di spazio così ampia e il non saperlo gestire; la questione del controllo che abbiamo perso sulla quantità esorbitante di creazione dei dati.

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“Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio. Tutti i tempi sono, per chi ne percepisce la contemporaneità, oscuri. Contemporaneo è colui che sa vedere questa oscurità, che è in grado di scrivere intingendo la penna nella tenebra del presente. Ma che significa “vedere una tenebra”, “percepire il buio”?"
È traendo spunto da questa affermazione di Agamben che prende forma folder_01 e folder_02, una mostra in 2 capitoli che indaga sull’essenza base della memoria e sulla sua cancellazione e la liberazione da quei dati e informazioni che costituiscono il magma liquido e immateriale nei nostri dispositivi digitali, la nostra nuova memoria immateriale dettata dal contemporaneo.
È traendo spunto da questa affermazione di Agamben che prende forma folder_01 e folder_02, una mostra in 2 capitoli che indaga sull’essenza base della memoria e sulla sua cancellazione e la liberazione da quei dati e informazioni che costituiscono il magma liquido e immateriale nei nostri dispositivi digitali, la nostra nuova memoria immateriale dettata dal contemporaneo.
Se con folder_01 si aveva lavorato con l’essenza base della memoria, in folder_02 si propone un approccio più astratto e concettuale: la cancellazione e la liberazione di quei dati e informazioni che costituiscono il magma liquido e immateriale nei nostri dispositivi. Il buio che viene dopo. Ci siamo fatti sopraffare da un’entità di cui non conosciamo nemmeno il volto, non esiste più la privacy perché siamo “proprietà” di altri meta-oggetti. Ciò che la mostra propone è provare a chiudere gli occhi e cominciare a percepire il nostro tempo.